(o
Pier Damiani). Dottore della Chiesa, monaco e cardinale italiano.
Rimasto orfano, fu allevato ed educato dal fratello Damiano (da cui il nome),
sacerdote a Ravenna. Nel 1035, pur avendo completato gli studi, decise di
prendere i voti e di ritirarsi nell'eremo camaldolese di Fonte Avellana presso
Gubbio, dedicandosi sia all'azione di apostolato, sia alla pratica di un severo
ascetismo. Si preoccupò, inoltre, dell'esegesi delle Sacre Scritture e
della corretta traduzione del testo, di cui emendò grossolane
deformazioni. Nel 1043 fu eletto priore del suo monastero, nel 1057 vescovo di
Ostia e cardinale. La sua azione pastorale fu largamente improntata alla lotta
contro la corruzione degli ecclesiastici, la simonia e il lassismo morale. Con
la collaborazione di Ildebrando di Soana (futuro Gregorio VII),
P.D.
sostenne l'elezione di Niccolò II, papa riformatore; ad Ildebrando egli
era legato da personale amicizia, pur non condividendo la sua concezione
teocratica del Papato che avrebbe in seguito generato lo scontro radicale con
l'imperatore.
P.D., al contrario, riteneva possibile una coesistenza e
reciproca autonomia tra Chiesa e Impero. Per attuare la riforma ecclesiastica
propugnata dall'ordine benedettino (che ebbe i suoi punti qualificanti nel
sostegno alle tradizioni conventuali e nell'imposizione di parte di esse anche
al clero secolare, considerato più esposto al degrado dei costumi e della
fede),
P.D. visitò numerose diocesi, anche oltralpe: fu a Milano
(inviato da Niccolò II, come legato della Santa Sede, per dirimere le
questioni inerenti alla Pataria), a Cluny, Francoforte, Firenze, Montecassino e
Ravenna. Alla sua morte fu canonizzato per acclamazione popolare. Sul piano
teologico
P.D. si collocò tra i cosiddetti
antidialettici,
in opposizione alla nascente Scolastica, ritenendo inadeguata l'applicazione del
metodo dialettico alle proposizioni rivelate. Ciò nonostante egli aveva
sicura conoscenza della dialettica stessa, come si evince, ad esempio, dalla
riflessione condotta nel
De omnipotentia divina sul rapporto tra
libertà e onnipotenza in Dio. Gli scritti che ci sono pervenuti
comprendono 150
epistolae, di grande interesse anche sul piano storico e
libelli di argomento teologico (oltre al già citato trattato
sull'onnipotenza divina, ricordiamo:
De perfectiones monachorum,
De
sancta simplicitate,
De vera felicitate,
Contra errorem
graecorum),
sermones, inni dedicati a santi e Apostoli,
laudae
mariane e varie agiografie (
Vita di S. Oddone di Cluny,
Vita di S.
Romualdo,
La passione di Flora e Lucilla). Fu proclamato dottore
della Chiesa nel 1828. Festa: 21 febbraio (Ravenna 1007 - Faenza, Ravenna
1072).